Il Preside Cossard in Norvegia

La nostra scuola ha aderito alle mobilità proposte dall’Erasmus+ che permettono ad alunni, professori e dirigenti scolastici di andare a conoscere delle realtà in giro per l’Europa. Il nostro dirigente Franco Cossard ha scelto di partecipare con l’idea che si può sempre migliorare e per farlo può essere utile ampliare lo sguardo e visitare altre realtà da cui trarre ispirazione.

Voleva una scuola che si occupasse di sport invernali e ha cercato una nazione che fosse al TOP sia a livello scolastico che a livello sportivo. Sulla base di questi parametri, la Norvegia è risultata tra i primi paesi e dunque il nostro preside si è recato in un liceo sportivo di Lillehammer.

La prima differenza che ha notato è che la scuola superiore dura solo tre anni e gli anni delle medie sono quattro. È meglio? Secondo il nostro preside sì, per due motivi: 1) A 12/13 anni è ancora troppo presto per scegliere, quindi un anno di medie comune a tutti, per aver una maggior consapevolezza in modo da scegliere meglio, è l’ideale in previsione del futuro degli alunni. 2) Chi è in quinta ha 18/19 anni ed è ormai già grande, possiede una macchina ed è in piccola parte indipendente, quindi potrebbe già fare l’università, in modo da poter sviluppare così una maggior autonomia.

Esiste anche un’altra differenza fondamentale che distingue la scuola norvegese da quella italiana: loro insistono molto sull’autonomia degli alunni. Per esempio, nelle loro classi sono presenti cucine per fare dei corsi e rendere così indipendenti il prima possibile gli alunni. Infatti, ciò che il nostro dirigente ha apprezzato di più è il senso di responsabilità e la voglia dei ragazzi di costruirsi un futuro, perché da noi la generazione di oggi sembra spesso svogliata, invece, in Norvegia invece appaiono un po’ più motivati, e hanno un po’ più di voglia nei confronti della vita.

Proprio per questo motivo, il preside vorrebbe introdurre anche qui una scheda personale dove il dirigente, all’inizio del percorso delle superiori, domanda agli alunni: “cosa vuoi fare da grande?”, “cosa devi e non devi fare per raggiungere il tuo obiettivo?”, in modo da creare una scheda di buoni propositi per raggiungere al meglio la maturità e “riprendere” così lo studente ogni qual volta non rispetta il patto formativo presente nella scheda. In Norvegia questo permette di lavorare molto sul senso di responsabilità dello studente.

Un’altra novità che, a seguito di questa esperienza, il dirigente vorrebbe introdurre è il piano bisettimanale per gli atleti (utilizzato in Norvegia) perché ad oggi l’allenatore comunica l’assenza da un giorno all’altro dell’alunno e i professori non riescono così a programmare le loro lezioni. Il piano bisettimanale sarebbe quindi d’aiuto ai professori ma anche agli alunni per organizzarsi per tempo perché l’allenatore comunicherebbe con largo anticipo i diversi impegni dello sportivo.

Un’idea che è molto piaciuta è quella del Wall of Fame, all’ingresso della scuola, dove sono state appese foto degli ex alunni (un’idea simile a quella del nostro ufficio stampa di fare l’annuario) per lasciare un ricordo di chi passa all’interno della scuola.

D’altro canto, non tutto è perfetto anche in Norvegia, alcuni metodi non sono stati condivisi dal Prof. Cossard, come i test d’ingresso selettivi o la generale freddezza degli insegnanti nei riguardi degli alunni, soprattutto perché l’umanità e l’interesse nei confronti degli studenti è un punto di forza del nostro liceo.

Infine, il modello di scuola a cui il prof Cossard aspira, è una scuola in cui, da una parte, gli alunni smettono di studiare mnemonicamente e dimostrano le loro reali competenze linguistiche e di vita e, dall’altra, vorrebbe che i professori lavorassero di più sulla crescita personale e non solo sulla valutazione.

Il prof Cossard ha già visitato altri paesi alla scoperta di nuove strategie e modelli da cui trarre degli aspetti positivi che si possano applicare anche nella nostra scuola e il suo prossimo obiettivo è visitare una scuola del mediterraneo più simile alla nostra.

Concludiamo con l’augurio finale del preside a tutti gli alunni: “Viaggiate, imparate e leggete!”.


Intervista e testo di Rebecca Paganin e Alessia Opritoiu